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“U Scazzamurrill”

Lo sapevate che a San Bartolomeo girava la leggenda du “Scazzamurrill”, dispettoso folletto che usciva di notte per le vie del paese facendo scherzi, dispetti e quant’altro ai passanti che inaspettatamente incontrava sul suo cammino.

Se chiedi ai nonni o a qualsiasi anziano ti sentirai raccontare storie diverse e descrizioni contrastanti tra loro: chi crede di averlo visto davvero e chi non l’ha mai visto ma era a conoscenza delle sue malefatte.

Nei miei ricordi di bambino nel periodo dei morti ci venivano raccontate le sue malefatte per spaventarci e per non farci ritirare tardi la sera e ricordo che andando a dormire mi nascondevo con la testa sotto le coperte sperando che non venisse mai a trovarmi.

“U Scazzamurrill” viene descritto nei vari racconti sia come poco più che un bambino sia come un folletto brutto e peloso, dalle dimensioni di un bambino di circa tre anni, con un abito color tabacco, spesso scalzo e con un cappello a punta in testa. Nonostante le piccole dimensioni sarebbe assai forte e pesantissimo, e ha l’abitudine di sedersi sulla pancia o sul petto di chi dorme, guastandogli il sonno. Non appare mai di giorno.

Per accattivarselo gli si possono donare un paio di scarpe, o si possono lasciare dei sassolini nelle proprie pantofole la notte; “U Scazzamurrill” ripaga queste gentilezze con monete d’oro, o indicando al suo benefattore il luogo dove è nascosto un tesoro. Lo si può invece ricattare rubandogli il cappello. La leggenda vuole che lui appare inoltre se si prova a entrare in un cimitero di notte, in questo caso la pena che dovrà subire il malcapitato è la tortura e morte per mano dello Scazzamurrill che gli salterà sul petto provocandogli delle incontenibili risate, che a loro volta causano appunto la morte.

Oltre a tormentare i dormienti è artefice di altri dispetti, come rompere i vetri delle finestre, far chiasso con le pentole in cucina, deridere e schernire chi si imbatte in lui. Con gli animali domestici ha un rapporto particolare; talvolta li cura e li nutre, altre li tormenta (per esempio annodando le criniere e le code dei cavalli, creando trecce così resistenti che si diceva che l’unico pettine efficace fosse il crocifisso). Capita anche che mostri di odiare un certo animale e amarne un altro e, per esempio, sottragga il cibo dal primo per darlo al secondo.

È benevolo con le fanciulle, e le protegge dalle angherie delle matrigne e delle padrone, arrivando a fare i lavori di casa al posto loro. Ama anche i bambini, e regala loro dolcetti e monete.

Si dice che custodisca numerosi tesori seppelliti durante le guerre. Se catturato, spesso acconsente a rivelare l’ubicazione delle sue ricchezze, ma in seguito trova il modo di confondere chi ha ottenuto questa informazione e salvare il proprio oro. Si racconta che se si riesce a rubargli il cappello si potrà diventare ricchissimi.

Alcuni racconti lo rappresentano come particolarmente burlone; se, dopo essere stato ridotto all’impotenza, per farsi restituire il cappello domanda “vuoi cocci o soldi?”, se si risponde “cocci” porta soldi, e viceversa.

Sperando di aver rispolverato vecchi ricordi del passato vi auguro di non incontrarlo mai sul vostro cammino.

Notes

  • Tesseramento 2024

    Cosa aspetti, se non ti sei tesserato ancora alla Pro Loco affrettati hai ancora poco tempo!